Un anglicismo è una parola inglese che è entrata a far parte del vocabolario della lingua italiana, in alcuni casi senza subire modificazioni (mouse, sport), in altri adattandone il suono alla fonetica italiana (bistecca, dall’inglese ‘beefsteak’) o traducendone letteralmente il significato (grattacielo per ‘skyscraper’).
La maggior parte degli anglicismi più recenti sono entrati nella lingua italiana non modificati, mentre in passato la modificazione delle parole straniere era la pratica di gran lunga più comune. Per esempio, delle molte migliaia di parole francesi adottate dall’italiano nei secoli passati, solo poche centinaia sono entrate a fare parte del vocabolario italiano nella loro forma originale. In questo articolo approfondiamo insieme gli anglicismi non modificati, che sono oggi la maggioranza.

La parola grattacielo è una traduzione letterale dell’inglese ‘skyscraper’
Per rendere la lettura dell’articolo più semplice e piacevole, li abbiamo divisi in tre categorie: gli ‘inevitabili’, i ‘sinonimi’ e gli ‘emergenti’.
Gli 'inevitabili'
Di questa categoria fanno parte tutti gli anglicismi che non possiedono un corrispondente in italiano, rendendo il loro uso, appunto, inevitabile. Qui troviamo molte parole legate all’ambito dell’informatica, come mouse, e-mail e computer. Per alcune di queste un tempo esisteva un corrispondente italiano, ma è ormai caduto in disuso. Oggi nessuno in Italia chiamerebbe più un computer ‘calcolatore’ o ‘elaboratore’.

Questo è ciò a cui pensa un italiano se gli dite che a casa avete un ‘elaboratore’
Ma gli anglicismi inevitabili non si limitano al solo ambito tecnologico. Gli italiani dicono cose come “mi faccio uno shampoo” oppure “lavoro in un call center”, semplicemente perché non esiste un altro modo di dirlo. E no, ‘centro telefonico’ non lo usa davvero nessuno. Similmente, l’auto si può parcheggiare in un garage (che però è un francesismo, che casualmente esiste anche in inglese!), oppure nel ‘box auto‘. L’espressione ‘box auto’ è un caso particolarmente interessante, perché si tratta di un anglicismo che si è mantenuto morfologicamente inalterato in italiano, cambiando però il significato da ‘scatola’ (l’unico significato di ‘box’ in inglese) a ‘garage’…
Per quanto riguarda gli anglicismi inevitabili, non avete scelta: dovrete per forza usarli anche voi. Ho notato con sorpresa una particolare resistenza al loro uso da parte dei miei studenti di madrelingua inglese, che spesso non sanno se pronunciarli come farebbero nella loro lingua o pronunciarli come facciamo noi italiani. Se siete di madrelingua inglese, il mio consiglio è di pronunciarli sempre come li pronuncereste quando parlate in inglese.
I 'sinonimi'
In questa seconda categoria rientrano gli anglicismi che coesistono con termini italiani con cui condividono uso e significato. Un esempio sono weekend e fine settimana. In italiano si usano entrambi e significano esattamente la stessa cosa. Direi che forse weekend si usa di più fra i giovani rispetto a fine settimana, ma la differenza è minima e al momento è difficile prevedere se in futuro il termine inglese sostituirà quello italiano.
Altri anglicismi di uso comune che convivono con il loro corrispondente italiano sono tunnel (galleria), hotel (albergo), leader (capo), poster (manifesto), snob (altezzoso) e film (pellicola), Quest’ultimo ha ormai quasi del tutto sostituito la sua versione italiana, che ormai si incontra prevalentemente nel linguaggio scritto, ad esempio all’interno di recensioni di film e libri sul cinema. In altre parola, ‘film’ potrebbe presto finire nella categoria degli inevitabili.

Un tunnel o una galleria?
Per questa seconda categoria ho notato che i miei studenti tendono a preferire l’uso del termine italiano. Ciò non è sbagliato, anche se a volte può dare luogo a situazioni abbastanza divertenti.
C’è una storia che racconto sempre a questo proposito. Anni fa una mia amica inglese, in Italia per un Erasmus, continuò per mesi a dire ‘fine settimana’, nonostante tutti gli italiani attorno a lei usassero la parola weekend. Quando infine glielo feci notare, scoprii che era convinta che lo facessero tutti per aiutarla a capire (essendo lei madrelingua inglese), e non aveva davvero idea che il termine weekend fosse di uso comune in italiano!
Gli 'emergenti'
In questa terza e ultima categoria troviamo gli anglicismi più recenti, che ancora non sappiamo se entreranno a far parte della lingua italiana o se invece saranno dimenticati. Chi legge giornali o guarda la TV in italiano è esposto a un numero enorme di anglicismi che non si possono trovare in alcun dizionario di italiano. Sono i nuovi anglicismi, usati spessissimo nel linguaggio giornalistico e politico: ‘lockdown’ invece di confinamento, ‘smart working’ invece di lavoro agile, ‘spending review’ invece di revisione della spesa, ‘austerity’ invece di austerità, ‘fake news’ invece di bufala, ‘tutoring’ invece di tutoraggio, ‘impeachment’ invece di messa in stato di accusa.
Il mio consiglio per chi sta studiando l’italiano è di evitare l’uso degli anglicismi emergenti, se non altro perché non sono ancora entrati a pieno titolo nella lingua italiana, e forse mai lo faranno. Molto meglio utilizzare i loro corrispondenti italiani.

La mia tipica espressione quando leggo un nuovo anglicismo superfluo su un giornale
E tu? Conosci altri anglicismi di uso comune in italiano? Ne fai uso quando parli l’italiano con i tuoi amici e conoscenti? Fammelo sapere qui sotto con un commento!
Mollto Buono
Me piace Moltó IL italiano parlo poco ma capisco tutti no ho con chi parlare, per questo mi piace molto legere questi articololi
Ciao Lidia! Mi fa piacere che ti sia piaciuto l’articolo! Ne carichiamo uno nuovo ogni domenica 😉
Salve Federico,
Vorrei chiederti se potresti aggiungere alcuni anglicismi di uso comune come “revolver”, “motel”, “guardrail”, “hovercraft” e “halibut”. I loro corrispettivi italiani sono “rivoltella”, “autostello”, “guardavia”, “aeroscafo” e “ippoglosso”, tuttavia questi sono poco adoperati nel linguaggio comune. Tu in quale categoria pensi appartengano gli anglicismi da me menzionati?
Un saluto,
Daniel
Buongiorno Daniel! Di questi direi che gli unici ad avere un corrispondente italiano di uso comune sono ‘revolver’ e ‘hovercraft’. Questi due li metterei sicuramente nella categoria dei sinonimi. La parola guardavia è stata quasi del tutto sostituita da ‘guardrail’, e credo sopravviva quasi solo nel linguaggio scritto. La metterai a cavallo fra i sinonimi e gli inevitabili. Credo che se provassi a parlare di ‘guardavia’ a un under 30 (altro anglicismo!) potrebbe persino non capirmi. La parola ‘autostello’ penso abbia ancora un qualche uso quando si parla dei (pochi) motel italiani. Se però si parla di motel all’estero, e soprattutto di quelli americani, ‘motel’ è l’unica parola usata. Quindi anche motel lo metteri a metà strada fra i sinonimi e gli invevitabili. Per quanto riguarda ‘halibut’, invece, non so rispondere. Si tratta di una parola con la quale non sono familiare. Sarò sincero: non avevo mai sentito né la sua versione inglese né la versione italiana ‘ippoglosso’. Cercando online ho trovato entrambe usate in articoli e blog, quindi immagino ricada nella categoria dei sinonimi. La pagina dedicata a questo tipo di pesce sulla wikipedia italiana ad esempio riporta ‘halibut’ ma non ippoglosso.
Spero di aver risposto al tuo quesito. Per quanto riguarda l’inserimento nell’articolo, non penso sia necessario, dato che il tuo commento e il mio possono essere letti da chiunque sia interessato all’argomento!
Un saluto!
Federico